Che cos’è la musica? E’ probabilmente impossibile rispondere in modo univoco, poiché ogni definizione data sarà il risultato di una reazione soggettiva alla musica stessa. L’impatto sonoro che l’orecchio sente e recepisce è lo strumento per mezzo del quale la musica dialoga con il mondo. E’ una sensazione effimera e del tutto personale. Così come una sinfonia è sempre preceduta e seguita dal silenzio in maniera viscerale e inscindibile, anche la musica è un legato tra passato, presente e futuro. Trascende il suono e diventa vita, ma bisogna saperne cogliere gli aspetti più nascosti e carpirne gli effetti. Bisogna volerlo, prima di tutto. Attraverso di essa si possono leggere, come sopra uno spartito, le nostre paure, le nostre gioie e i nostri dubbi, l’amore, la vita e la morte della vita. Ma la musica può molto di più. La musica suggerisce soluzioni, intermediazioni, compromessi vivibili e sostenibili, laddove l’incapace e infruttuosa ostinazione dell’uomo non sa e non vuole arrivare. Sostiene un progetto musicale e umano, quello della West-Eastern Divan Orchestra, che dal 1999 accoglie giovani musicisti ebrei e arabi provenienti da tutti i paesi del Medio Oriente, educandoli alla musica e alla fratellanza. Alimenta un sogno, la soluzione non militare al conflitto tra arabi ed ebrei. Una soluzione ispirata e guidata dalla musica, dalle sue armoniche, dai suoi ritmi e dalle melodie che, pura politica, sanno guardare al passato senza rallentare il passo verso un futuro condivisibile…
Daniel Barenboim non è solo un geniale musicista e un grande Direttore d’Orchestra, ma è un pensatore e un uomo di pace, che non smette di rincorrere idee e sfidare le regole arroganti della politica mondiale. E sa mostrare e svelare anche ai non-musicisti quanto la musica classica contenga una forza interiore che in pochi accettano di scoprire. Una musica che sveglia il tempo, dove il tempo è acqua che scorre, a volte impetuosa, a volte placida, ma sempre inesorabile. Questo è un libro ricco di pensieri personali, curiosità, storie e filosofia, che non trattiene, ma rilascia generoso. Questo è un libro che dà il buon esempio, che dimostra senza formule matematiche, lasciando spazio all’ascolto e all’immaginazione personale. Perché uno spartito non si può spiegare a parole, altrimenti la musica non avrebbe più senso, ma il rigo va letto, interpretato, assimilato per diventare qualche cosa di nuovo. Sempre. Un invito, quello di Daniel Barenboim, ad educare i giovani all’ascolto intelligente della musica e dei suoi contrappunti, che convivono dentro lo stesso spartito uguali eppure opposti. Infine una speranza: che sviluppando l’intelligenza dell’orecchio, gli uomini imparino a sentire la  vita, lasciando che leggi armoniche come quelle musicali ispirino le loro parole e le loro azioni.

 

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