di Alessandro Zijno

I giovanotti che vivono nell’agonismo di alto livello oggi, dovendo generalizzare, sono mediamente difficili da gestire sia singolarmente che in gruppo, pensano che tutto gli sia dovuto, sono narcisisti (il narcisismo è la malattia del secolo), sono egoisti, dispersivi, pigri. Quando tu chiedi loro perché giocano, ti rispondono che vogliono diventare numero 1, fare soldi come Djokovic o Nadal, tirare forte come i campioni che vedono in tv o anche sui campi se sono già molto bravi, chiedono di “lavorare” in un ambiente stimolante, che li gratifichi e li faccia sentire importanti, e vogliono “lasciare il segno”. In giro per l’Europa associano la bellezza del torneo o della competizione che affrontano alla comodità che il torneo stesso prevede: player lounge comoda, wi-fi, stanze dell’albergo confortevoli, un buon cibo, campi curati e disponibili

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Fonte: Alessandro Zijno

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